Il sistema produttivo casertano soffre, in una misura particolarmente evidente, degli effetti di una progressiva destrutturazione di alcuni poli produttivi tradizionali in associazione con una difficoltà nel valorizzare risorse territoriali di prim’ordine (nell’agricoltura e nei prodotti tipici, ma anche nel turismo culturale ed artistico).
La possibilità di mirare, con una politica di sviluppo locale selettiva, quindi in grado di concentrare le risorse sulle priorità, su filiere produttive emergenti, può quindi generare effetti di rivitalizzazione del tessuto economico casertano, ed anche fornire opportunità di occupazione di giovani con elevato livello di scolarizzazione, contrastando il fenomeno della fuga dei cervelli. In particolare, l’economia legata al tempo libero, alla fruizione culturale ed alla creatività, va oltre il patrimonio storico, artistico e architettonico, o le industrie culturali legate al mondo dei mass-media, arrivando piuttosto ad abbracciare anche quel volto dell’economia che esplicitamente o implicitamente è espressione della cultura italiana, come nel caso delle numerose produzioni del nostro Paese ricche dei saperi e delle tradizioni che derivano dalla cultura dei territori in cui traggono origine (si pensi in particolare al made in Italy).

In base alla classificazione adottata da Unioncamere e Fondazione Symbola, l’industria culturale e creativa è composta dalle seguenti filiere di attività:
• le industrie culturali (stampa, editoria, cinema, radio-tv, musica);
• le industrie creative, espressione di tutte quelle attività legate all’architettura, alla comunicazione & branding, assieme alle attività più tipiche del made in Italy svolte in forma artigianale o su ampia scala, di natura export-oriented, che proprio puntando sul design e lo stile dei propri prodotti riescono ad essere competitive sui mercati internazionali; • il patrimonio storico-artistico, costituito dalle attività che interessano la conservazione, fruizione e valorizzazione del patrimonio (musei, biblioteche, archivi);
• le performing arts e arti visive, costituite dalle attività di intrattenimento,
divertimento, gestione dei teatri e di altre strutture artistiche, ecc.
Ci si riferisce però anche all’industria del mare, che significa attività di pesca e trasformazione ittica, ma anche di cantieristica navale, di trasporto marittimo, di turismo balneare, ed anche quelle attività che, in una logica di filiera, possono agganciarsi alla ricerca scientifica ed alla divulgazione scientifica legata al mare ed alle sue risorse. E, ultimo ma non meno importante, al settore della green economy, che ha enormi potenzialità di sviluppo, soprattutto nel Mezzogiorno del Paese, e quindi anche a Caserta.