La sofferenza ci accomuna e ci rende uguali. Ci rende umani” Inizia cosi la manifestazione organizzata ieri dal Centro d’ascolto Santa Maria del Popolo. Una fiaccolata sentita, amata, dovuta. 800 persone che silenziosamente si uniscono per una solidarietà che stringe. Tra loro il Vescovo, Associazioni, Istituzioni, Politici, Liberi Cittadini.

Il percorso vede inizio a Piazza Tiberio con l’intervento del preside dell’ Isiss. “A.Nifo”, Giovanni Battista Abbate, percorre le vie della Cittadina giungendo al Duomo, dove è stato possibile ascoltare la riflessione del Vicario Generale Don Franco Alfieri e termina in piazza XX Settembre con l’avvolgente l’intervento di Mons. Orazio Francesco Piazza. Sua Eccellenza con il grido di Speranza “Da solo nessuno ce la puo’ fare.. Non rassegnatevi”  chiede ai partecipanti e alla Chiesa stessa di svolgere un lavoro di vicinanza e di affetto per tutti coloro che soffrono, invitando a rivolgere la nostra attenzione a coloro che timidamente e silenziosamente chiedono il nostro sostegno.

Una corteo, quello di ieri, che ha toccato tutti, sia i presenti sia coloro che hanno dato il sostegno da luoghi diversi. Il tragitto è stato caratterizzato da due fattori:

Le Fiaccole: La luce di quelle fiaccole, una luce fredda, una luce spenta. L’ardere delle candele rappresenta la speranza di tutti coloro che uniti chiedono aiuto, un sostegno che dovrebbe pervenire dalle Istituzioni e molte volte abbandonato a se stesso.

Il silenzio: Un silenzio tombale, un silenzio assordante, che logora. Era possibile udire ogni singolo respiro, ogni singolo passo. Il rumore della camminata richiamava la forza di andare avanti, di proseguire verso la meta che tutti vorrebbero raggiungere, una meta dovuta, legittima, una vita buona, una vita dignitosa.

Vivamente confidiamo in un inizio, consideriamo il corteo come l’inizio di un percorso che va fatto che va ascoltato che va sostenuto. Un aiuto dalle istituzioni e molta, molta consapevolezza che potrebbero esserci persone bisognose di un sostegno, di una mano da afferrare, di una spalla su cui contare.

Domenico Granata per Generazione Aurunca