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Il contenzioso riguarda l’imposizione del minimo a consumo a 150 mc, circa 150 mila litri di acqua, in sintesi un consumo a forfait. Le sentenze del Giudice di Pace di Sessa Aurunca hanno sancito l’illegittimità dell’addebito per consumo presuntivo ed hanno annullato i provvedimenti relativi al canone oggetto di impugnazione. I ricorrenti che hanno impugnato le bollette dell’acqua calcolate con il criterio forfettario dal Comune di Cellole, sostenuti anche dalla recente Giurisprudenza, richiedono di tener conto del consumo effettivo della singola utenza.

Dopo le 46 sentenze impugnate con delibera della Giunta n.26 del 26 febbraio 2013 dell’amministrazione Cellolese “sentito il sindaco Izzo proporre gli avvocati Sandra Coletta e Letizia D’Onofrio” per una spesa pari 200,34 € a singola impugnazione per un totale di 9215,64 €.

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Con delibera di Giunta n.45 del 23 aprile 2013 ugualmente “sentito il Sindaco Izzo proporre per detto incarico gli avvocati: D’Onofrio Letizia e Coletta Sandra” sono state impugnate altre 49 sentenze. La spesa per l’incarico, ammontava complessivamente ad € 9.816,66.

Con altre due delibere n. 42 e n. 49 del 2014 sono state impugnate ulteriori 47 sentenze per una spesa complessiva di 4700 € di onorari agli stessi avvocati ed è avvenuta la costituzione in un ulteriore giudizio con una spesa di 100 €; incarichi affidati agli stessi legali in assenza di una short list, procedura di evidenza pubblica o altro criterio democratico e trasparente.

G.A. – Nucleo di Cellole