Oggi ricorre un tragico evento. I quarant’anni della Strage del Rapido 904 o strage di Natale,  il nome attribuito a un attentato dinamitardo avvenuto il 23 dicembre 1984 nella Grande Galleria dell’Appennino, subito dopo la stazione di Vernio, ai danni del treno rapido n. 904, proveniente da Napoli e diretto a Milano. L’esplosione causò 15 morti e 267 feriti. In seguito, i morti sarebbero saliti a 16 per le conseguenze dei traumi.

In quella carrozza, l’unica sopravvissuta fu una concittadina di Sessa Aurunca, Rosa Toro classe 1955, stimata Cancelliere del Tribunale di Ravenna.

Rosa aveva trascorso alcuni giorni a Sessa ed era partita per Ravenna. A Bologna, prescelse la fatale coincidenza del Treno 904 e si accomodò nella carrozza dove fu posizionato l’ordigno.

L’esplosione uccise tutti i presenti ad eccezione di Rosa, protetta dal corpo di una vittima. Fu immediatamente soccorsa e trasportata in un Ospedale di Bologna. Tutti i suoi beni le furono trafugati all’infuori di un anello che era rimasto incastrato del dito spezzato dall’esplosione.

Avvisata la famiglia, la madre Giuseppina Corallino accorse a Bologna per vederla e la ritrovò irriconoscibile, annerita e rimpicciolita a causa dei traumi. La riconobbe solo grazie ad un piccolo taglietto sul naso.

Rosa rimase un anno ricoverata, dovendo effettuare cure e fisoioterapie, per poi tornare al lavoro giudiziario in Ravenna.

La sorella Franca descrive il calvario dopo l’attentato: “Mia sorella non si riprese più a causa degli effetti di quella tragedia“. Difatti Rosa fu sempre perseguitata da dolori fisici e psicologici, effetti diretti ed indiretti di quella sera così drammatica.

Anche la successiva malattia al naso, per molti, poteva essere riconducibile a fumi e sostanze aspirate in quei drammatici momenti. Rosa ci lasciò il 05 Ottobre 2003, giorno che lei stessa annuncò qualche mese prima come data del suo decesso, lasciando esterrefatti familiari ed amici.

Dramma nel dramma: nè la vittima, nè i familiari ebbero riconoscimenti istituzionali, nè risarcimenti.

A Rosa va il nostro ricordo per le sofferenze e la forza di chi sopravvisse a quella strage,  ma che ne fu definitivamente segnata come centinaia di vittime della malvagità umana.

Strage del Rapido 904 – Wikipedia

GA