Il lavoro nero è una piaga che affligge da decenni il nostro Paese ma che in coincidenza della crisi economica sta raggiungendo dei picchi non più sostenibili dall’economia sana.

Uno dei settori più colpiti dal fenomeno è quello dell’estetica, dell’onicotecnica e dell’acconciatura, in cui il numero degli abusivi oscillerebbe tra il 30 e il 50% rispetto a quello dei professionisti regolarmente iscritti e autorizzati.

Le aziende del settore operano con professionalità, assicurando il pieno rispetto di tutte le norme igienico-sanitarie, come la sterilizzazione degli strumenti e l’utilizzo di cosmetici e apparecchiature certificate. Chi svolge attività abusiva invece, non paga le tasse, non rispetta i requisiti igienico-sanitari, non utilizza correttamente apparecchiature e cosmetici.

Si tratta di concorrenza sleale e il danno economico è altissimo nei confronti delle aziende regolari, ma anche nei confronti della comunità in termini di costi sociali. Si pensi all’ammontare delle tasse non pagate, dei contributi non versati e all’impatto che questo ha sui servizi sociali, di cui magari l’abusivo stesso usufruisce perché risulta disoccupato.

Gli abusivi, che lavorano a casa propria o a domicilio, non dispongono delle strutture idonee e degli strumenti necessari per operare in sicurezza e tutelare la salute dei propri clienti.

In contesti non a norma dal punto di vista igienico-sanitario, infatti sono facilmente contraibili dermatiti ed altre malattie della pelle. Per non parlare della possibilità di contrarre l’epatite C o l’Aids, nel caso in cui strumenti contaminati da altri clienti vengano in contatto con eventuali ferite cutanee.

Come ci spiega una nota estetista del territorio, “per fare l’estetista, come per svolgere ogni altro mestiere, è necessario possedere una buona dose di etica professionale. Il professionista deve saper improntare i propri comportamenti al rispetto delle norme e dei valori sia morali che sociali. Svolgere questa professione comporta fatica, abnegazione, amore per il proprio lavoro e soprattutto rispetto per i clienti. Gli abusivi non amano il loro lavoro perché sanno che non potranno mai offrire servizi soddisfacenti, ma pur di trarre un profitto pulito (senza pagare tasse) accettano di mettere a rischio la salute dei loro clienti”.

Le operatrici del settore sono pronte a dar battaglia iniziando a denunciare alle autorità competenti tutti gli irregolari.

Il nostro impegno per la rinascita del nostro territorio passa attraverso l’informazione ed il contrasto di ogni forma di illegalità.