Si percepisce forte la sensazione che una Era sociale e politica stia terminando. Iniziata nella seconda metà degli anni 90, ha accompagnato, ahinoi, il declino di questa città.
Sessa Aurunca era, negli anni 70 ed 80, una città all’avanguardia economica, culturale e sociale tra le migliori dell’intera provincia di Caserta. Era un territorio popoloso, ricco di servizi (pretura, Agenzia delle Entrate, Enel e tanto altro), di grandi imprese (Morteo, Cane, Formenti ecc), d, di Banche, di una borghesia fattiva e laboriosa, di un peso politico nazionale e di una Baia Domizia strepitosa.
Poi, una inarrestabile discesa. Un tracollo sociale ed economico che ci ha trascinato ad essere periferici non solo nella Provincia di Caserta, ma anche nello stesso Territorio Aurunco dove altre realtà limitrofe dinamiche sono emerse.
Una città senza una identità economica, senza una prospettiva nè imprenditoriale, nè turistica, nè occupazionale, il tutto avvenuto. in pochi anni. Un sacco sociale, ma anche morale che ha reso questa popolazione, un tempo gioiosa e propositiva, triste e demotivata.
Una generazione inchiodata fuori ai Bar dalle promesse di una classe politica cinica che prometteva lavoro nelle fabbriche che poi hanno chiuso, (invece di creare le condizioni occupazioni), a cui è seguita una generazione (dal 2010 in poi) che ha dato vita ad un esodo migratorio senza freni.
Questa è la situazione attuale, cristallizzatasi, infine, con il virtuale dissesto delle casse comunali e dei 12 milioni di euro.
Pozioni magiche per risalire velocemente da questa condizione non ce ne sono. E nulla potrà essere proposto finchè non capiremo come avverrà il lungo e faticoso risanamento economico del Comune di Sessa Aurunca. Si potrebbe azzardare che i turismo archeologico, balneare e culturale possa essere un passo in avanti per questa città o puntare sulla forza delle sue risorse agricole: vino, olio, ortaggi e frutta o ancora altri progetti…ma tutti restano sospesi nel limbo di ciò che avverrà nei prossimi mesi.
E’, però, giusto chiedere a tutti i responsabili di tale disastro di fare un sentito “mea culpa” per tutto ciò che potevano fare e non hanno fatto, per tutti i danni sociali ed economici che potevano risparmiarci e per l’arroganza con cui per decenni hanno condotto questa terra.
Così come, è giusto dire che al loro passo indietro, autonomo o indotto dai cittadini (speriamo), possa sorgere una consapevolezza da parte delle nuove generazioni di un serio impegno politico e sociale per rimettere in piedi questa città.
Noi abbiamo la consapevolezza che possiamo dire la verità perchè ci siamo opposti ad un sistema intero, mettendoci la faccia.
Senza le giovani donne ed uomini non potremo risalire la china e sperare in un futuro migliore. Intanto, però, riagguantiamo quel sorriso perso, ripristiniamo la speranza e lavoriamo con impegno, anche perchè nel 2021 dovrebbe terminare il famoso anatema del Vescovo Girardi 😉
Di Alberto Verrengia
Sessa Aurunca e “l’Anatema delle 7° generazioni” del Vescovo Girardi.