Solo ieri la santificazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II e già il web abbonda di critiche postume sul loro operato da pontefici, come se fosse quasi uno scandalo che due UOMINI del ‘900 possano diventare Santi. Oltre alla pretestuosità di tali giudizi di merito, quello che da più fastidio a chi ha seguito con fede e rispetto l’iter dei due Papi, durante la loro beatificazione prima e santificazione poi, è senz’altro il sacrilego discernimento, nonchè retaggio mentale di una Guerra delle due Spade per alcuni mai finita, che si vuole porre in essere tra la figura del Capo di Stato e la figura del Capo della Chiesa di Dio.
Essere Papa indubbiamente vuol dire governare, con le incombenze e le responsabilità storiche del caso, ma per essere allo stesso tempo “Capo” e “Traino” del popolo di Dio sono necessarie virtù carismatiche assolutamente non comuni.
Volendo presuntuosamente tracciare un “trait d’union” tra i due pontificati, immediatamente ci viene da pensare alla loro grande forza comunicativa e alla loro grandissima capacità di saper essere artefici del cambiamento all’interno di un’istituzione con “appena” 2000 anni di vita, altrove si potrebbe parlare di vere e proprie rivoluzioni, ma la modestia e la pacatezza di questi due grandi della storia, oggi Santi, impone una terminologia di sicuro più moderata.
Giovanni XXIII fu il primo pontefice che capì l’importanza di una buona comunicazione, per chi come lui aveva svolto fino al giorno della sua elezione un’attività di tipo prettamente pastorale, non a caso la scelta di Don Loris Capovilla, precedentemente direttore di testata presso L’Avvenire d’Italia, quale suo segretario particolare. Indimenticabili i suoi messaggi di fede e di amore, ancora oggi tanto forti quanto universali come il giorno in cui furono pronunciati, così come resteranno impresse nella storia della Chiesa e della società moderna le novità introdotte nella religione cattolica dal Concilio Vaticano II, da lui fortemente voluto per riportare la missione evangelica alla sua primordiale dimensione: la diffusione globale della parola di Dio.
Si senta, invece, a non ricordare Giovanni Paolo II durante uno dei suoi innumerevoli viaggi, ma molto probabilmente non ci siamo mai chiesti il perchè di quella sua incessante attività di evangelizzazione. Il viaggio era molto probabilmente un semplice strumento nelle mani di chi aveva capito la necessità di lanciare, in maniera chiara ed inequivocabile, il messaggio di una Chiesa presente ed unita al di sopra dei confini geografici, ideologici ed anche materiali, come il Muro di Berlino abbattuto appunto durante il suo pontificato.
Lo stesso Papa Francesco durante la celebrazione della Santa Messa di ieri, riferendosi a Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, ha parlato di UOMINI CORAGGIOSI, un’affermazione tanto semplice quanto di alto insegnamento civico, perchè solo chi ha il coraggio di portare un atteggiamento nuovo ed innovatore nella società può ambire a migliorare la società stessa e a combattere il malcostume e la corruzione che spesso in maniera virale si sviluppano nelle stesse istituzioni quando queste non sanno interpretare nel modo giusto l’evolversi del loro contesto di riferimento.
Per Generazione Aurunca – Enrico Forte