Paolo Granziol non era solamente un grande cuoco ed un ottimo imprenditore della gastronomia aurunca, ma un tassello fondamentale della storia del nostro territorio e di Baia Domizia in particolare.

La nostra località turistica domiziana, nel suo fulgido periodo degli anni settanta, aveva tra i suoi fiori all’occhiello il ristorante presso il Parco dei Lecci o meglio, l’area del Parco Svedese, gestito dalla famiglia Catapano. Tutti noi abbiamo vissuto, almeno una volta, una cerimonia o un momento speciale presso quel luogo.

Quel ristorante, dopo l’uscita di scena della stimata famiglia Catapano, ebbe una seconda e, forse, ancor più fulgida vita. A donargliela fu uno chef che aveva avuto da sempre Baia Domizia nel cuore, un cuoco di altissimo valore: Paolo Granziol, classe 1951.

Originario del Friuli, Paolo aveva lavorato per anni presso il rinomato Hotel della Baia, dopo essere stato allievo di un maestro della cucina nazionale,  Sergio Negro dell’Unione Cuochi Friuli Venezia Giulia.

La decisione di prendere in gestione il ristorante, denominato nella sua seconda vita “Parco Svedese”, fu una scommessa ampiamente vinta. In pochi anni si è affermato come una delle imprese di ristorazione più apprezzate dell’alto casertano.

Le capacità in cucina di Paolo Granziol, a cui col tempo si sono unite, le abilità organizzative e enologiche del figlio Pietro, hanno reso il ristorante Parco Svedese un punto di riferimento del Territorio Aurunco, tutto l’anno.

La scomparsa di Paolo Granziol in queste ore, crea un vuoto non solo nella sua famiglia e negli amici ma anche nei tanti clienti che lo avevano apprezzato come professionista e come uomo.

Alberto Verrengia per Generazione Aurunca