L’evento di domani sera non è un momento qualsiasi della storia del Territorio Aurunco.

La manifestazione indetta dal Centro D’Ascolto S. Maria del Popolo e fortemente voluta da Sua Ecc. Mons. Orazio Francesco Piazza, ampiamente condivisa da tutte le associazioni religiose, civili, politiche, sociali, culturali e sportive del territorio,  è un punto di svolta fondamentale per la  coscienza di un intero popolo.

Il Territorio Aurunco inteso nella sua totalità, dal mare alla montagna, da Cellole a Roccamonfina, passando per Sessa, Galluccio, Carinola sta assistendo incredulo ed impotente ad un fenomeno tremendamente inquietante, quanto nuovo ed imprevisto.

Una ondata di suicidi accaduti in appena un anno e mezzo, in ogni angolo del territorio, coinvolgente ogni età, sesso, provenienza sociale, economica e status familiare. Un velo nero, cupo e drammatico che  pian piano sta coprendo il cielo della nostra terra, lasciandoci sgomenti e perplessi.

Tante ragioni, diverse motivazioni ma gesti con il medesimo finale e con una ancor più tragica anomalia: i suicidi sono avvenuti quasi tutti col medesimo rito. Un rito ancestrale, aspro, che ti graffia l’anima, che sconvolge chi ha la sfortuna di vedere quelle immagini, che ha colpito famiglie e logorato soccorritori e Forze dell’ordine.

Ragazzi meravigliosi, donne speciali,  lavoratori umili che adoravano le proprie famiglie, anziani saggi. Nessuna categoria è stata risparmiata in questo anno e mezzo.

Lo stesso tragico rito, ripetuto più volte, ragionato, organizzato, cercato. Non un raptus, non un momento di oscuramento della mente, non una fatalità,  ma il desiderio e la pianificazione di un percorso di morte.

Questo è il dramma di tutto ciò che sta avvenendo, che non ha forse una sola motivazione ma che ne somma tante, frutto di un disagio forte ed intenso e fino ad oggi incompreso ed il rischio feroce della emulazione. Un grido di allarme e dolore che non può più essere espressa in questa modalità estrema.

Un Territorio che non può diventare la Terra dei lutti, ma che deve reagire e riprendersi la sua vera identità.

La reazione c’è stata, finalmente. Un sussulto di orgoglio, grazie all’energia che si sta sprigionando da tutto il territorio da qualche tempo e di cui il nuovo Vescovo ne è perfetto interprete. Ecco perchè non possiamo mancare,  ecco perchè nessun impegno potrà essere più importante di questo.

Camminare, riflettere in silenzio, illuminare la notte con le fiaccole di speranza, ascoltare, condividere, essere vicini a chi sta soffrendo questi drammi. Uniti per una volta, senza bandiere, senza politica, senza tifoserie, fratelli e cittadini di una unica Terra.

Questa sarà la migliore risposta alla rassegnazione, al disagio, alla solitudine per intrapendere un nuovo percorso fatto di speranza, di solidarietà, di passione ma soprattutto, di grande unità.

A domani.

Alberto Verrengia per Generazione Aurunca