Il Migliaccio è un dolce tradizionale meridionale che veniva cucinato e consumato il giorno di San Martino, l’11 Novembre. Oltre l’antica ricetta partenopea si tramanda anche un peculiare Migliaccio del territorio aurunco e più segnatamente da Lauro di Sessa Aurunca. Tra il dolce partenopeo e la varietà nostrana emergono numerose differenze nella preparazione e negli ingredienti. È la signora Giovanna Erboso da Lauro, una delle ultime detentrici della tradizionale ricetta del migliaccio laurese, ella stessa ci ha onorato nella descrizione della procedura secolare ed originale. Nella tradizione laurese veniva preparato all’interno di un cosiddetto “Tiesto” in creta che veniva surriscaldato e su cui erano posizionati gli ingredienti. Per capire se era giunto alla giusta temperatura veniva inserito un fiammifero all’interno del contenitore e se questo si bruciacchiava allora si poteva iniziare ad inserire l’impasto. Esso era steso con cura ed il fuoco leggermente diminuito su cui veniva posizionato un altro tegame. Infatti era poggiata della brace sulla copertura affinché si cuocesse anche la parte superiore.
L’impasto era composto da riso, zucchero, farina, scorze di limone e vaniglia. Quando giungeva alla perfetta cottura, il dolce si arricchiva di cannella ma quella pestata come da tradizione.
Al ritorno dal duro lavoro dei campi, i lavoratori nelle giornate uggiose di novembre, trovavano le tavole imbandite di questo prelibato dolce ad arricchire la cena serale. Sono poche le case nel territorio dove viene cucinato il Migliaccio tradizionale, ma sicuramente è importante che la tradizione e la ricetta Aurunca di questa pietanza venga conservata negli annali della nostra cultura culinaria.
Alberto Verrengia per Generazione Aurunca