Quella che vi racconteremo è una bella storia Aurunca, di quelle emozionanti che donano orgoglio alla nostra terra. Una famiglia partita da Sessa Aurunca con tanti sogni ed una grande passione, che ha creato una delle più importanti realtà imprenditoriali del Sudamerica.
La storia di Pietro D’Onofrio, classe 1859 da Sessa Aurunca, è quella di tanti nostri concittadini emigrati nel secolo XIX, così come nel XX e, ahinoi, come accade anche oggi nel nuovo millennio. Prima di avventurarci nella vita e nel percorso imprenditoriale del nostro illustre concittadino, era giusto effettuare una indagine sui trascorsi sessani di Pietro D’Onofrio. Il sottoscritto, grazie alla collaborazione degli amici dell’Ufficio Anagrafe di Sessa Aurunca, è riuscito ad estrapolare l’estratto di nascita del 1859 che di seguito pubblichiamo, dove possono essere assunte altre notizie relative alla storia del protagonista di questa ricerca, che è stata coadiuvata anche da articoli ed estratti dell’Archivio degli Emigranti italiani.
Pietro nasce in Sessa Aurunca in Via San Biagio da una umile famiglia, il 12 Gennaio 1859 da Domenico D’Onofrio figlio di un giardiniere e da Gesualda Di Resta. La sua gioventù sarà frugale e serena tra le strade di una Sessa Aurunca, governata allora dal Sindaco, originario di Lauro, dott. Giuseppe Gramegna, dove le differenze sociali erano ancora molto marcate. Si palesava in quel periodo, la netta distinzione economica e sociale tra una casta para-nobiliare di proprietari terrieri e professionisti facoltosi estremamente agiati ed un popolo in grande difficoltà; quello urbano nel centro cittadino, composto da un sottoproletariato sottomesso e dedito al clientelismo più becero (come in parte accade ancor oggi) ed un mondo rurale agrario nelle frazioni, più tenace ed indipendente che poco tollerava i tributi fondiari dei “Signori” e la “prepotenza della politica sessana”, come si può leggere nel meraviglioso romanzo storico “La Terra dei Canneti” di Giovanni Ciriello.
Pietro nel 1880 al compimento del ventunesimo anno di età, decise di cambiar vita per costruirsi un futuro migliore che lo stallo sociale della terra aurunca non permetteva, dapprima, emigrando in Argentina nella città di Santa Fe e, poi, stabilendosi nella capitale Buenos Aires, dove fondò la sua prima piccola attività di gelataio, acquisendo un piccolo negozio di gelati da colui che sarà amico e consigliere: Raffaele Cimarelli. Fu qui che Pietro intuì la sua grande abilità nella creazione di ottimi gelati, un dono innato da artigiano pasticcere che sarà uno dei segreti del suo successo.
Nel 1888, a 29 anni, decise di tornare nella sua Sessa Aurunca per rivedere la madre Gesualda. Un periodo fondamentale per Pietro, perchè durante quella permanenza decise di sposare la sua amata Raffaela Di Paolo con la quale ebbe ben dieci figli, maturando la consapevolezza di ritentare la fortuna in Sudamerica. Da ora in poi, parleremo anche al plurale, non solo di Pietro, ma della – Famiglia D’Onofrio – , poichè ogni decisione sarà condivisa con rispetto ed amorevolezza con la moglie Raffaela e con i figli. La coppia decise di tornare in Argentina per qualche tempo, ma per una svista (su cui nutriamo qualche dubbio) rivelatasi, poi, un colpo di fortuna, salparono con un piroscafo sbagliato che li trasportò a New York, ove si stabilirono a Patterson nel New Jersey per qualche mese. A seguire, traslocarono a Richmond in Virginia, dopo aver contattato l’amico Raffaele Cimarelli, conosciuto ai tempi di Buenos Aires e qui, Pietro tornò a svolgere la sua attività prediletta: produrre gelati. I D’Onofrio, però, intuirono, anche grazie ai suggerimenti dell’amico Raffaele, che per fare ancora più successo quell’arte dolciaria doveva essere esportata in un luogo “vergine” ove la produzione di “Icecream”, per dirla agli americani, avesse meno concorrenza e fosse adeguata anche al clima. Ed ecco perrchè decisero di partire nel 1897 alla volta di un luogo sconosciuto ed imprevedibile: il Perù. Si stabilirono a Lima dove Pietro acquistò un carrettino di legno per i gelati ed inventò una originale ed apprezzata formula per vendere il prodotto denominato “Gelato Imperiale” attraverso una trombetta ed esclamazioni gioviali e chiassose tipiche dello spirito meridionale italiano. Pietro ebbe un successo insperato. Si tramanda, tra realtà e mito, che inizialmente Pietro producesse il gelato raccogliendo la neve delle Ande, ma tale elaborazione era troppo complessa, tanto che, seguendo il consiglio di un amico ingegnere statunitense, si convinse ad acquistare con tanti sacrifici una macchina che produceva del ghiaccio artificialmente. Un decennio dopo nel 1908 Pietro, rafforzatosi economicamente, acquisì una fabbrica adatta per produrre in larga scala del gelato, ampliando così la propria produzione e la propria fama anche oltre la città di Lima. Fu il salto di qualità della sua piccola impresa dolciaria: da quel momento l’azienda si allargò, i carrettini e “las tiendas” divennero numerose ed i prodotti si ampliarono notevolmente. Non solo gelati, ma anche biscotti, caramelle, pasticceria italiana, che godeva chiaramente dell’influenza culinaria campana. Pietro, divenuto per i suoi concittadini peruviani Don Pietro o Don Pedro, per il rispetto dovuto ad un imprenditore di successo, iniziò a condividere la direzione organizzativa con il figlio maggiore Antonio, a cui lascerà l’eredità di Amministratore, che intanto aveva studiato in Italia, il quale insieme agli altri fratelli sviluppò esponenzialmente l’azienda di famiglia sino a farla divenire nel decennio successivo la D’Onofrio S.A.C. In quegli anni e segnatamente nel 1917 Pietro ed Antonio fondarono il Circolo Sportivo Italiano (Círculo Deportivo Italiano). Una peculiarità: il colore utilizzato per carretti, confezioni e marchio sarà il giallo e blu, i colori simbolici di Sessa Aurunca.
Con un Pietro, ormai, già maturo nel 1924, la famiglia inaugurò la prima fabbrica di cioccolato D’Onofrio, grazie ad un impianto industriale acquistato in Europa, che venne realizzato accanto alla gelateria. Nel 1932 ritornarono in Perù due figli di Pietro che avevano studiato in Italia: Umberto D’onofrio di Paolo, con la Laurea di Ingegnere Agronomo ed il fratello Pedro D’onofrio di Paolo. Successivamente nel 1933 anche Luis D’onofrio di Paolo si riuniì con la famiglia dopo aver studiato, sempre in Italia, tecniche avanzate sull’industria pasticcera. Il contributo dei tre figli fu fondamentale per far crescere l’industria paterna, azienda che dal punto di vista manageriale era guidata dal primogenito Antonio.
Il “Tycoon” Pietro scomparve nel 1937 all’età di 78 anni, dopo aver passato ancora qualche anno in Italia, (visitando spesso la sua Sessa Aurunca), nazione che in quel momento viveva un momento di prestigio e forza economica. Fu l’ultimo viaggio di commiato quasi a salutare per l’ultima volta la sua terra natia, per poi tornare definitivamente in Perù dove morì tra l’affetto della sua grande famiglia.
L’azienda, da quel momento, venne condotta con perizia dal figlio Antonio D’Onofrio Di Paolo, che ebbe la grande capacità di modernizzare la produzione, ampliarla nei prodotti tanto che negli anni ’50, proprio per la crescita dell’impresa, la sede si trasferì su un’area di oltre 35.000 metri quadrati di fronte all‘Avenida Venezuela in Lima. Negli anni ’60 la produzione di gelati e dolci era totalmente automatizzata e, probabilmente, tra le più moderne di tutta LatinoAmerica. Proprio in quegli anni, Antonio D’Onofrio firmò un importante accordo con l’Alemagna di Milano per essere autorizzato ad utilizzare la formula per la produzione del Panettone tradizionale italiano, ottenendo anche il diritto di utilizzare la caratteristica confezione dell’azienda milanese che nella A richiamava il Duomo di Milano. D’Onofrio al posto della A inserì la D nella confezione tipica del marchio milanese, divenendo così la prima azienda produttrice di panettoni italiani in terra sudamericana. Antonio D’Onofrio è deceduto nel 1970 e la sua famiglia ha continuato a lavorare e gestire l’attività introducendo ulteriori innovazioni nella produzione e creando diversi punti vendita. Nel 1997, quello che ormai era diventato un vero e proprio impero commerciale, è stato acquisito dalla Nestlè Perù. Tuttavia, l’attività continua anche oggi nella stessa sede di Avenida Venezuela, seguendo la tradizione del fondatore Pietro D’Onofrio che partì da Sessa Aurunca per portare la magia e il piacere del gelato in Perù ed il panettone in tutto il Sudamerica e fondare una delle più importanti imprese del XX secolo.
A cura di Alberto Verrengia per Generazione Aurunca










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Perché il panettone è il dolce più celebre del Perù – Gambero Rosso
